La nascita di Elisa

LA NASCITA DI ELISA  – 27 MAGGIO 1996

Il 26 maggio del 1996 è una soleggiata giornata di primavera, l’ideale per fare una bella passeggiata al parco. Adoro il mio corpo al nono mese di gravidanza, è florido e forte, accarezzo il bellissimo pancione, che arrotonda un morbido vestito a fiori rosa, mi sento invasa di amore per  la nostra bambina, che si fa sentire con qualche lieve calcetto. E’ una sensazione unica e appagante sentirla dentro di me, è “tutta mia”, e so che sarà ancora così per circa 15 giorni, fino alla data presunta del parto.Io e mio marito Antonio usciamo, sono attirata dallo scroscio della Dora, resto incantata a lungo a guardare il movimento delle acque. Scattiamo qualche foto.

Torniamo a casa, dove ci raggiunge un caro amico di famiglia per la cena, abbiamo appena finito, quando, improvvisamente, sento le gambe bagnate, sono stupita, i pensieri si affollano in testa, ci vuole un attimo per capire cos’è successo, dico con tono deciso: “Scusate, ma ora io devo partorire”. E’ chiaro: ho rotto le acque. Mi sento un po’ triste, la gravidanza è già finita. “E’ troppo presto – mi dico – non sono pronta, non ho neppure finito il fiocco per annunciare la sua nascita!”. In realtà non sono pronta ad abbandonare questa “condizione”, l’attesa della nostra bambina è uno stato di perfezione per la mia femminilità.

Inizio a sentire dei dolori al basso ventre, chiamo la nostra ostetrica Gaudenzia, che ci ha supportati fin dall’inizio della gravidanza, arriva verso le 21, mi visita, spiega che dovremo ancora attendere con pazienza, è solo l’inizio del travaglio. 

Da consigli rassicuranti: restare calma, rilassarsi, fare una doccia calda, bere una tisana, cercare posizioni comode.

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Io e Antonio guardiamo un film e andiamo a letto, le fitte cominciano ad essere più intense e regolari, entro in una strana atmosfera magica, tutto sembra evanescente, come in un sogno: arriva la contrazione, è forte, dolorosa, mi siedo sul letto, cerco di respirare profondamente, Antonio si sveglia all’improvviso, mi accarezza, prende appunti su orario e durata, ecco è finita…mi rilasso e il sonno si impossessa di nuovo di me, non so quanto tempo passa, poi tutto ricomincia, sempre uguale, per tante, tante volte.

Comincio a vedere le prime luci dell’alba, Antonio non si è più svegliato insieme a me, lo scrollo un po’, dicendo che sento dolori più forti e la sensazioni di dover spingere, lui in preda all’agitazione, chiama l’ostetrica. Io in realtà sono tranquilla, sono certa di sapere cosa devo fare, avverto anche mia mamma, la voglio vicina al mio primo parto, è lei che mi ha sempre sostenuta nella scelta del parto in casa.

Al suo arrivo Gaudenzia, con l’aiuto di mia mamma, prepara i teli di cotone bianchi per il parto, insieme coprono il divano con la plastica, sistemano la bacinella per il bagnetto, mi chiedono il cambio pulito del letto matrimoniale, ho preparato le lenzuola di pizzo bianco e rosa, quelle nuove, del corredo, inaugurate per un evento così importante.  Gaudenzia mi da una tisana e si muove rapida e precisa per preparare il necessario. Scelgo la posizione, accovacciata a terra, accolta dalle braccia forti di Antonio, mia mamma, a fianco, resta in piedi pronta ad offrire il suo aiuto, se richiesto, Gaudenzia davanti a me, professionale con la sua salopette arancione, una gioia per gli occhi quel colore. 

E’ tutto perfetto, mi sento al sicuro!

Ci sono circa 10 centimetri di dilatazione, è ora, può nascere! 

Mi viene da urlare, forse troppo, allora l’ostetrica e Antonio mi aiutano a modulare la voce per accompagnare le spinte, ci sono dei momenti in cui il dolore è veramente lancinante, ma è come se la mia testa li cancellasse immediatamente, sostituiti dal pensiero che fra poco abbraccerò la mia piccola creatura. 

Sento che mani esperte spalmano dell’olio, in modo delicato, ma deciso, accompagnano il mio corpo nei movimenti di espulsione.

“Vedo la testa” – dice. Sento una forte sensazione di bruciore, per un attimo penso che il dolore sia “troppo”, ma Elisa è piccolina, passa velocemente, eccola, tesoro della mamma, ho le lacrime agli occhi, è bellissima!

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Sono le 8.55 del 27 maggio, la mia dolce Elisa è nata, piccolina, pesa poco meno di 3 chili, lineamenti fini come quelli di una bambolina, ditina lunghe e capelli neri e spessi (che ben presto cadranno, per lasciare una testina pelata, con pochi ciuffi biondini), adagiata sulla mia pancia, cerca di attaccarsi al capezzolo. Non piange, Gaudenzia la avvolge prontamente in un telo, una tenerezza infinita!Mi informa: “Neanche un punto, tutto è andato per il meglio”, in realtà non ne avevo mai dubitato. Antonio taglia il cordone ombelicale, accompagnato dalle mani e dalle istruzioni dell’ostetrica.

Lei immerge Elisa nell’acqua, alla giusta temperatura, per il bagnetto, io e Antonio siamo vicini, subito strilla tanto e si agita, ma presto si rilassa, e si lascia sostenere dalle nostre mani, mentre Gaudenzia delicatamente lava i residui di sangue e vernice caseosa. Poi la avvolge in un telo e da il fagottino in braccio ad Antonio, che è visibilmente stanco ed emozionato, si stupisce di come Elisa lo guarda negli occhi e solo ora mi rendo conto di quanto intensa sia stata questa esperienza anche per lui.

In realtà non è ancora finita, mi avverte che devo ancora espellere la placenta. Mi sento stanca, non ho alcun stimolo, e mi lamento dicendo che lo farò dopo, ho paura di sentire di nuovo dolore. Gaudenzia accoglie questo sfogo con dolcezza, mi da un farmaco che favorisce la ripresa delle contrazioni e, in poco tempo, tutto procede verso l’atto finale.

Finalmente posso andare a letto con la mia piccola Elisa, mia mamma le ha messo i vestitini che avevo preparato e l’ha avvolta in una copertina di lana fatta a mano. L’ostetrica riordina il materiale e parla con Antonio, si fanno un caffè. Lui, in seguito, mi racconterà il loro dialogo: “Per quale motivo – le chiede Antonio- tu hai scelto di aiutare le altre donne a partorire?”, la risposta arriva sicura e precisa: “ Ogni volta che nasce un bambino è la vittoria della vita sulla morte!”

Elisa dorme serena e anch’io cerco di riposare un po’, poi – penso – “finirò il mio fiocco a punto croce da appendere alla porta di ingresso”.

Non dimenticherò mai questa giornata!

Qualche tempo dopo, nelle prime passeggiate con Elisa, incontro un’anziana vicina di casa, che commenta: “Passavo con una mia amica sotto la sua finestra, l’ho sentita gridare per il parto, è rimasta in casa con la levatrice, brava, proprio come le donne di una volta!”

Mi sono sentita orgogliosa di me stessa, capace di usare un “potere” delle donne, che deve restare nelle loro mani. 

Foto 1.Photo by John-Mark Smith on Unsplash

Foto 2. Photo by chi liu on Unsplash

 

Che perfetta Letizia

La nascita di Letizia  30 maggio 2015

Quando alcuni mesi fa iniziai ad informarmi su dove partorire non avrei mai pensato di intraprendere un viaggio così incredibile.  Ma andiamo con ordine… Dopo il nostro matrimonio, ci è sembrato naturale aprirci alla vita.  Una scelta di pancia ma dettata dal cuore, senza calcoli.  Perchè non avete aspettato un po’?  La domanda più frequente.  Entrambi con lavori da 10 ore al giorno,  una vita tra due città Milano e Torino,  due case , tante spese.  Ma aspettare cosa? Ed ecco  che neanche il bimbo/a si fa aspettare.  Ma la logistica ed i ritmi erano molto complessi.  Lavorare nell’organizzazione di una esposizione universale è molto impegnativo e i mesi di gravidanza procedevano tra corse in bagno per le nausee, corse per prendere il treno , la metro o andare dal medico: una brava e giovane ginecologa di uno studio privato, vicino a casa e comodo per la metro che subito dovevi rientrare in ufficio.  Quanti corsi Pre-parto ho cercato, ma tutti con orari impossibili!  ecco che ne trovo uno ma a Torino : lo organizza un’ associazione il cui nome mi fa sorridere : La Cicogna.   

Scrivo e mi risponde Gaudenzia l’ostetrica.  Che nome carino ! Ecco che qualcosa scatta ed iniziamo a scriverci: mi da appuntamento alle 8 di mattina  perché poi devo prendere il treno per Milano.  Capisco che quella persona mi ascolta e iniziamo a parlare della mia gravidanza.  Mentre parlo sento  che ci sono tante cose che si muovono: torna la mia sensibilità di figlia adottiva,  il recupero di un rapporto nei nove mesi che io non ho avuto con l’unica mamma che conosco, il dover fare spazio in una vita affollata , l’ascolto della creatura che già comunicava. Intuisco che le mie nausee mi parlano di un corpo che vuole rallentare e inizio a leggere libri sul parto attivo, le teorie per nascere in modo dolce e naturale, studio il canto carnatico per la respirazione ed inizio a fare spazio nella nostra vita per la piccola. Al rientro da Milano, dopo uno stop forzato per eccessiva stanchezza che non aveva fatto bene nè a me  nè al bambino, con Francesco, mio marito decidiamo che se Dio vuole vorremo fare il percorso per il parto in casa.  
Avevo bisogno di recuperare una parte di me che aveva perduto la sua prima mamma, quella biologica e che l’aveva per proteggersi cancellata. La gravidanza mi stava insegnando a far pace con quello che era successo. Ma c’era un altro ostacolo. A 18 anni avevo passato 3 settimane in ospedale per uno shock anafiliattico.  Nella mia testa ospedale vuol dire malattia, dolore, medici che non ti ascoltano. Al corso con Gaudenzia si parla del parto: con completezza si illustra sia il parto in ospedale che in casa. Ecco lì ho la certezza che io voglio che mia figlia nasca in casa. Tralasciando gli ostacoli burocratici e i pregiudizi di vari medici che incontro per la strada, voglio invece ricordare l’approccio comprensivo,  paziente,  pieno di attenzioni che l’ostetrica e la ginecologa mi hanno riservato.  Man mano che gli ultimi due mesi passano ecco che tisane, unguenti,  omeopatia mi vengono incontro. Io ho sempre più voglia di stare da sola,  in casa,  con mio marito e pochi altri. Mi rintano e finalmente scalo la marcia!
Le uscite si diradano e un pomeriggio parlo con la piccola e le dico : ” Amore, quando vuoi”. Dopo neanche una settimana e a dispetto di una visita in cui sembrava che la nascita fosse ancora lontana, inizio a sentire i  movimenti della piccola sempre più forti. Questo mi rincuora perché la sento parte attiva e in grado di fare squadra per quel momento che mi spaventava.  
Il 30 maggio (data presunta del parto 31) andiamo ad una festa di amici. Ho la pancia dura ma sono alcuni giorni che ho questa sensazione ma nessun dolore.  Stiamo bene, tutti mi fanno battute,  mangiamo la torta e ridiamo in allegria. Tornata a casa, ho giusto il tempo di dire a mio marito dove ho messo tutte le cose per il parto, che iniziano le contrazioni ogni 8 minuti.  Ci sistemiamo:  luce soffusa e musica di Enya e inizio a capire che stavolta ci siamo. Sono le 3.40 e chiamo l’ostetrica.  Mi tranquillizza e mi dice che c’è tempo e che lei arriva. Che sollievo. Il tempo vola: mio marito mi aiuta, mi sostiene, conta con me, mi abbraccia, aspettiamo prima Gaudenzia e poi Grazia.  Mi sento tornare bambina, con il bisogno di essere accompagnata, e le figure che sono intorno a me diventano distanti e mi concentro solo sul respiro e sul lasciare che la natura faccia il suo corso. Senza accogermene sto sempre in piedi, mio marito mi massaggia la schiena, poi decidiamo di andare in doccia per rilassarmi.  
È stata una esperienza bellissima, forte, che mi ha fatto conoscere parti di me che non pensavo di avere. In due spinte Letizia é venuta al mondo e io sono nata con lei come mamma. È nata in camera da letto alle 8.10  del 31 maggio, puntuale e dimostrando la sua forza, spingendo con i suoi piedini per aiutarmi. 
Non so trovare le parole per ringraziare in primis il papà e poi la “cicogna ” che si è fermata a casa nostra.


Che perfetta Letizia!

Letizia

Donne nel Parto: Demetrio

Demetrio è nato domenica 11 Dicembre 2016 alle 18.30 con luna crescente, nella nostra casa di Prarostino, con le ostetriche Gaudenzia, Anna e una giovane ostetrica che stava imparando il mestiere, di nome Giulia.

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Intorno al mio 4° mese di gravidanza una cara amica mi raccontò che vent’anni prima aveva partorito le sue due figlie in casa . Ascoltai affascinata il suo racconto e le sue riflessioni. Nessuno mi aveva mai parlato prima di qualcosa del genere. Mi diede un libro da leggere e il contatto con Gaudenzia. Contattai l’ostetrica che ampliò il mio orizzonte di conoscenze sull’argomento e mi resi conto che l’esperienza del parto poteva diventare un’occasione molto profonda e assolutamente unica di conoscenza di sè. 

Andrés,  il mio compagno, mi raccontò che alcune sue amiche in Cile, stavano già portando avanti da anni esperienze di parto in casa. C’era tutto un movimento di donne determinate a riappropriarsi delle forze ancestrali che venivano loro  sottratte; e l’esperienza del parto naturale era una di queste. Mi documentai molto nei mesi successivi attraverso la lettura e i racconti di persone che avevano partorito in casa. 

La questione era importante e trattava dei massimi sistemi; si parlava di vita, morte, corpo, politica, salute, femminismo, antropologia, educazione, diritti, convenzioni sociali. L’argomento era immenso e per quanto mi riguardava incredibilmente interessante.

Avevo deciso. Volevo che mio figlio nascesse in casa. Lo desideravo con determinazione. Volevo essere protagonista di questa esperienza insieme a lui. Non potevo perdere questa occasione. E non volevo che la perdesse lui! Avevo la sensazione che entrambi saremmo usciti molto più forti da questa esperienza. Andres era d’accordo ed entusiasta.

In questo viaggio intrapreso fu fondamentale per noi aver trovato una guida esperta: Gaudenzia conosceva molto bene il suo mestiere di ostetrica; noi ci siamo affidati a lei e lei ci ha accompagnati. Le sono molto grata per la sua assistenza  e i preziosi consigli che mi ha dato durante gli ultimi mesi di gravidanza, il parto e il puerperio. La sua presenza in quei giorni è stata indispensabile.

Sarebbe bellissimo che le donne avessero più facile accesso all’esperienza del parto naturale e che venissero messe nelle condizioni di scegliere più liberamente come partorire i loro figli. Consiglio sempre alle donne incinte che conosco e frequento di pensare a questa possibilità per il loro parto, provo a raccontare la mia storia, ma devo ammettere che molto spesso questo discorso impaurisce e crea muri nella comunicazione. Me ne dispiaccio davvero. Per me è stato un momento di estrema importanza. E anche per mio figlio.

Nelle settimane successive al parto ho scritto alcuni pensieri. Riporto qualche frase. Sono emozioni vive, un po’ confuse e poco elaborate, ma in qualche modo molto vere.

“Andrés ( il padre, ndr) è rimasto molto colpito dal parto. Ha detto che è una cosa che ha a che fare con le forze naturali come tornado, terremoto, vulcano. Una potenza, una violenza, un’incredibile sprigionarsi di energie, un evento traumatico di creazione primordiale. Mi piace questa sua idea di ciò che è stato, di ciò che lui ha vissuto.

Io invece ho un ricordo meno concreto delle sette ore di travaglio che sono trascorse. Ho vissuto molte emozioni distinte, profonde e contraddittorie: potenza, impotenza, insicurezza e grande forza interiore,  qualcosa che arrivava dall’alto e cadeva nella terra. Incredulità, impossibilità, rassegnazione, paura, angoscia. Stupore, sospensione del tempo, trance, sonno-sogno, percezione delle voci e dei suoni fuori di me. E poi il dolore profondo che stava dentro, che stava sotto, e che intermittente emergeva sempre di più, portandomi nel fondo di me.

Il mio parto è stato un grido intermittente, una potente espirazione, una voce forte e fondante che mi permetteva di generare forza. E’ stato come una voce, dentro. La mia voce. ”

Andrés è stato con me dall’inizio, standomi vicino. Poi nella fase finale del parto mi sono aggrappata a lui con incredibile forza e il suo corpo che mi sosteneva mi ha permesso di far nascere nostro figlio. Ricordo che durante le ultime spinte lui gridava-cantava con me. Forse aveva la sensazione che così l’energia si amplificasse, oppure forse aveva solo voglia di cantare con me.

Gli sono grata di essere stato forte, di essersi fidato di me, di avermi fisicamente sostenuta e di non aver avuto paura. Solo lui poteva farlo. E anche per lui è stato importante averlo fatto.

Demetrio è stato molto bravo a nascere. Abbiamo collaborato bene insieme per questo grande evento. Appena l’ho visto e l’ho toccato, il dolore è svanito; non potevo credere che ci eravamo riusciti e che ora ci stavamo guardando. Un meraviglioso stupore, ricordo di quel nostro primo incontro. In quella penombra magica lui era una bestiolina di puro istinto, stanco ma felice.

Aprile 2020

Giulia 

IL RE E’ NUDO

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Il falso mito della sicurezza dell’ospedale per il parto normale

Alla luce degli ultimi articoli usciti sul parto in casa e sulla sua discutibile sicurezza, ventilata dall’ordine dei pediatri, vi invito a leggere questo interessantissimo articolo scritto da Verena Schmid, pubblicato su “Nascita e Vita Consapevole”. Verena, riconosciuta tra le grandi maestre di ostetricia italiane, ha fondato e condotto per tanti anni la Scuola Elementale di Arte Ostetrica a Firenze. Attraverso il percorso storico dell’assistenza alla nascita e il suo evolversi, vediamo come il modello medico del parto ospedaliero nonostante le sue promesse di sicurezza e  riduzione del dolore, stia in realtà contribuendo ad aumentare la paura collettiva del parto, attribuendo in tutti i modi possibili patologia e malessere ad un evento fino a prova contraria, naturale e fisiologico; sta rendendo le donne incapaci di partorire, sminuendole e sostituendosi alla  loro capacità innata di svolgere questa funzione, attraverso protocolli strettissimi e prassi assistenziali a volte simili a bollettini di guerra…
Nel fare un punto, dopo trent’anni di assistenza nel parto a domicilio e il confronto con le colleghe di tutta italia (circa un centinaio operanti nello stesso settore), ho potuto constatare che  molte più donne di quanto non si creda, hanno le risorse per partorire in casa: innanzitutto la motivazione personale, la consapevolezza e la grande determinazione le hanno accompagnate nel loro progetto in un clima di sicurezza  pari se non superiore a quello ospedaliero.
Ma cosa  rende sicuro Il parto in casa o in casa maternità?  Condivido le parole di Verena che rendono bene l’idea:

  • La professionalità di un’ostetrica in grado di condurre e sostenere una gravidanza, un parto fisiologici, ma anche con l’umiltà di riconoscere i propri limiti, quelli che la portano a richiedere un intervento medico quando  si rende necessario.
  • La continuità dell’assistenza dalla gravidanza all’esogestazione che permette di conoscere le risorse della donna e del bambino.
  • L’assistenza personalizzata con il coinvolgimento diretto della donna, la sua partecipazione attiva, in quanto esperta di sé stessa e del suo bambino.
  • La scelta informata e responsabile della donna e del suo partner. La loro consapevolezza.
  • Un’assistenza  conservativa che facilita i processi fisiologici in gravidanza e nel parto.
  • L’uso di strumenti d’intervento non medici/farmacologici per contenere il dolore, ampliare il bacino, armonizzare i sistemi fisiologici, sostenere la donna a livello fisico, ambientale, decisionale, relazionale, emozionale…
  • L’integrazione con le cure mediche quando necessrio.
  • Un buon collegamento con un ospedale e i servizi di trasporto.

Ma vediamo dove ci conduce Verena!

Attenti, si nasce!!!
L’adrenalina schizza in alto, numerosi personaggi entrano in scena, incitamenti come sul ring del box confondono la madre che sta tentando di spingere fuori da sé il suo bambino, spesso distesa sulla schiena, esposta agli sguardi di tanti, impossibilitata a seguire il suo corpo.
Tra spintoni e tiraggi esce il bambino, applausi – e la platea si svuota, il bambino sparisce. Rimane una donna svuotata e sola sul suo lettino da parto.
Un parto naturale, esultano gli addetti ai lavori!

Silenzio, nasce un bambino!

Le luci si spengono, la donna, sostenuta dal suo partner, si accoccola a terra in un angolino che sente protetto e intimo e respira fuori il suo bambino, assecondando le spontanee spinte a onde del suo utero. Presente è solo l’ostetrica che vigila e assiste. Il bambino scivola fuori e viene accolto subito dalla madre sorretta dal padre. Il silenzio accoglie le prime espressioni vocali del bambino, che non sempre sono il pianto, le voci materne e paterne lo rassicurano e accolgono. Esplode la gioia, spesso accompagnata da una risata liberatoria. L’ostetrica rimane vigile e tiene fuori chi non c’entra niente con la scena.
Un parto normale, fisiologico, senza punti esclamativi.
continua…

Conferenza de “La Cicogna” con Proietti

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Mercoledì 23 novembre ore 18, negli spazi del #Lombroso16!, sarà presentata la terza conferenza della serie “ESSERE GENITORI OGGI”.
Luciano Proietti, pediatra, presenterà il suo libro: “I primi 1000 giorni”.
Partendo dal concepimento fino ai due anni di vita, gli autori danno preziosi consigli per formare e crescere i nostri figli in salute.

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Luciano Proietti, lo conosco da molti anni, dall’85, credo, quando assistevamo i primi parti a domicilio e si cercava un pediatra per la visita ai neonati., una visita delicata, oltre che approfondita.
Ero abituata all’affaccendarsi sbrigativo degli ospedalieri, che prendevano i piccolini come fossero pupazzetti, rigirandoseli come pollastrelli, esplorandoli e auscultandoli con la rapidità e la decisione di chi svolge questo lavoro in modalità standardizzate, senza badare a pianti, tensioni, reazioni emotive….Quando lo vidi visitare i primi bimbi nati in casa, con gesti rispettosi e  delicati, fermandosi ad osservarli e ad ascoltarli, con uno sguardo che andava oltre… beh, non ebbi dubbi, sapevo di aver incontrato il padiatra che cercavo. E poi, sentire il suo pensiero sulla prevenzione a tavola, pensando a grandi e piccini, mi convinse, tanto che, adottando i suoi principi guarii da una fastidiosissima allergia!
Eccolo, ora, a presentarci il suo nuovo libro, “I primi 1000 giorni”, una riflessione sulla salute dal concepimento ai primi due anni… Si, perché la salute di un individuo inizia prima della nascita! Il testo è scorrevole e piacevole alla lettura, offre spunti di riflessione su cosa favorisce e mantiene la salute nel bambino, ma anche nella famiglia, attraverso indicazioni e suggerimenti relativi alla nutrizione e alla cura primaria.

attività e servizi a maggio e giugno

Prepariamoci al partoparto201
Percorso di accompagnamento al parto e alla nascita per futuri genitori
Sei incontri teorico-esperienziali;
da martedì 26 maggio h 20.30 – 22.30
a partire dal 6° mese
Presso Studio Yoga Sabrina Querella, via Principi D’Acaja 22
Iscrizioni: 328.3072876  dal lunedì al venerdì 9-12 gaudenzia.caselli@gmail.com

 

Schermata 2014-10-30 a 09.12.09La salute del perineo in gravidanza:
come prevenire le lacerazioni nel parto
4 incontri per conoscerlo, sentirlo e attivarlo, prevenire prima, prendersene cura dopo. Per averlo tonico e resistente, morbido ed elastico…anche dopo il parto.

Due possibilità a scelta:
da giovedì 4 giugno h 10.30 – 12.30
• da mercoledì 27 maggio h 16.30 – 18.30
presso lo studio di via Catania 24. Info. 3283072876

 

imgres-Versione-33Massaggio Shantala per mamme e bimbi
Shantala è un antichissimo massaggio che le mamme indiane dedicano quotidianamente ai loro bimbi fin dai primi giorni dopo la nascita….
Cinque incontri di due ore  a partire da

mercoledì 27 maggio 2015 h 14 -16  
per massaggiare i nostri figli,  far due chiacchiere sul prendersi cura.. di te e del tuo bambino, rilassarsi.
presso lo studio di via Catania 24.
info e iscrizioni: 3283072876  gaudenzia.caselli@gmail.com

Schermata 2015-03-15 a 23.37.10Mammeinsieme
Avete un bambino piccolo e vorreste condividere con altre mamme la gioia, le ansie e le preoccupazioni, scambiare informazioni e idee? Mammeinsieme è un piccolo gruppo di mamme, con bimbi 0 – 12 mesi, che si incontrano con l’aiuto di una facilitatrice, in un clima di accoglienza e di ascolto reciproco, favorendo la creazione di reti di solidarietà tra famiglie.
I gruppi, realizzati con l’associazione La Cicogna, s’incontrano presso l’accogliente sala di via Catania 24: tappeti, cuscini, una fetta di torta e il tè favoriscono il dialogo, la vicinanza ai bimbi e la nascita di piccoli laboratori di creatività sociale. Le partecipanti contribuiscono alla merenda e al riordino dello spazio.
Al martedì ogni 15 giorni, dalle 14 alle 15.30
prossimo appuntamento: 26 maggio 2015
Conducono: Gaudenzia Caselli, ostetrica
Marzia Andretta, doula.
INIZIATIVA GRATUITA ma è obbligatorio
confermare presenza: 3283072876 – 3339871669

 

Schermata-2014-10-26-a-18.02.53SOS mamma
Un luogo per raccontarsi, essere ascoltata, capire insieme cosa può aiutarti… gravidanza e nascita,  modi e luoghi per partorire, paura del dolore, allattamento, svezzamento, salute femminile, sessualità, contraccezione, prevenzione tumori, salute del perineo, menopausa, e altro ancora…
Spazio di ascolto e consulenza ostetrica
presso lo spazio de La Cicogna di via Catania 24
Al lunedì dalle 15  alle 16.30  
su prenotazione: 3283072876  da lunedì a venerdì h 9-12
INIZIATIVA GRATUITA!!!

Massaggio Shantala per mamme e bimbi

Shantala, Il massaggio dei neonati è un’arte antica e profonda. Semplice ma difficile, difficile perché semplice. Come tutto ciò che è profondo.
Cinque incontri di due ore.
da mercoledì 25 febbraio 2015 h 14.30 – 16.30 (sessione pomeridiana)
e da mercoledì 11 marzo h 10.30 – 12.30 (sessione mattutina)
per apprendere il massaggio, per dedicarci alla cura di noi mamme e dei nostri bambini.
presso The Milkbar Torino, via Bodoni 7/G
info e iscrizioni: 3283072876
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Pensando al parto…

sala parto 1Tre incontri sul tema della nascita: ecco il secondo appuntamento
I LUOGHI DELLA NASCITA
Proiezione del film “Freedom for Birth” sul diritto che ogni donna ha di scegliere dove e come partorire. Dibattito e riflessione su condizionamenti e paure legate all’assistenza.
La realtà di Torino e dintorni.

INGRESSO LIBERO
Virginia Guerra, ostetrica
Valerie Useo, ostetrica
Gaudenzia Caselli, ostetrica
Marzia Andretta, Doula
Giovedì 4 dicembre 2014   h 18  Presso The Milk Bar via Bodoni 7/g Torino
Posti limitati, per favore confermare presenza: 3283072876